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Sfida al governo: “Maternità solidale garantita per legge”

Aggiornamento: 30 gen 2020

Una battaglia cominciata il 19 Giugno 2019 presso la sede della CGIL a Roma dove si è tenuto il convegno “Fecondazione medicalmente assistita e gestazione per altri: la possibilità di un figlio nel 2019“. .

Sfida al governo: “Maternità solidale garantita per legge”

Ragazze, mamme, papà

Una battaglia cominciata il 19 Giugno 2019 presso la sede della CGIL a Roma dove si è tenuto il convegno “Fecondazione medicalmente assistita e gestazione per altri: la possibilità di un figlio nel 2019“.

Le due proposte di legge illustrate al convegno sono state messe a punto una dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica con l’Associazione Certi Diritti e Famiglie Arcobaleno e l’altra dal portale di informazione giuridica Articolo 29.

Il tema discusso in sede CGIL ha sollevato numerose critiche.

Questo l’articolo uscito domenica 7 Luglio 2019 sul giornale La Stampa.


Sfida al governo: “Maternità solidale garantita per legge”


La Stampa


scritto da: Flavia Amabile


Maternità solidale


La proposta di Associazione Luca Coscioni, Associazione radicale Certi Diritti, CGIL Nuovi Diritti e Famiglie Arcobaleno ferma l’opposizione di ambienti cattolici e femministi.


Si chiama maternità solidale. È la gestazione per altri senza alcun compenso, la nuova battaglia civile che sarà combattuta nei tribunali dall’Associazione Luca Coscioni, Associazione radicale Certi diritti, Ufficio Nuovi diritti della Cgil e Famiglie Arcobaleno. E incontrerà la ferma opposizione degli ambienti cattolici e di una parte del femminismo.


Una donna italiana ha quasi trovato un’altra donna disposta a offrirsi per farla diventare mamma e migliaia di altre non vedono l’ora di potersi trovare nella stessa situazione. In totale si calcola che ci siano oltre diecimila donne che potrebbero usufruirne. Sono quelle che hanno malattie come l’endometriosi, malformazioni all’utero e altre patologie. In quest’Italia in declino demografico, dove i figli sono sempre più un lusso, queste diecimila donne sarebbero pronte a lottare per averne uno e hanno una sola possibilità: chiedere aiuto ad un’altra donna, ma la legge non lo consente. È vietata alle coppie omosessuali ed è vietata alle donne con problemi di salute.



Maternità solidale: le storie

Teramo: “Noi siamo malate non è un capriccio”


Maria Laura Catalogna, 34 anni, Presidente dell’Associazione nazionale italiana Sindrome di Mayer Rokitansky Kuster Hauser è in prima linea nella battaglia per offrire alle donne che scoprono di essere affette da questa sindrome la possibilità di avere un figlio con GPA. “Combatto per la maternità surrogata perché vorrei che anche per noi la possibilità di scegliere. Abbiamo tanto amore da dare, vorremmo decidere noi a chi darlo. In genere le coppie se non riescono ad avere un figlio, pensano a un’alternativa come l’adozione o la fecondazione. Noi questa possibilità non la abbiamo a prescindere. E lo sappiamo da quando siamo piccole. Gestirlo non è facile. Quando sei così giovane ti viene tolto qualcosa che non riesci nemmeno a immaginare, ti crolla il mondo addosso. Sarai sterile per tutta la vita. Non voglio che si creda che la maternità surrogata sia un capriccio.


Roma: “continuerò a lottare per le altre”


Anna Sanna vive a Roma, ha la sindrome di Mayer Rokitansky Kuster Hauser. È una patologia rara e con conseguenze serie. “Non ho il collo dell’utero – spiega – e diversi altri problemi. Avere una gravidanza è impossibile”. Molte persone in questi anni le hanno detto che potrebbe adottare un bambino. Anna Sanna sorride: “Lavoro con i bambini da oltre quindici anni. Lavoro con contratti co.co.pro oppure con consulenze. Ho un reddito, una famiglia disposta ad aiutarmi e un compagno con un lavoro. Nella mia vita professionale ho spesso a che fare con situazioni complesse, con bambini autistici o con altre problematiche. Eppure quando ho tentato di percorrere la strada dell’adozione mi sono sentita dire che non sono considerata non affidabile, in particolare dal punto di vista economico. Non ho abbastanza soldi per andare all’estero, nei Paesi dove la maternità surrogata è possibile. Per avere un figlio con i miei ovociti mi resta solo la speranza della gestazione per altri in Italia ma vorrei che si arrivasse in tempi rapidi a una legge. Ho 41 anni, so che la mia sindrome non mi lascerà molto tempo prima di andare in menopausa, precludendomi anche quest’ultima strada. Se non dovessi riuscirci, però, continuerò comunque a lottare per le donne più giovani di me.”

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